Il sapore del vento.

Difficile a dirsi.

Eppure ha un sapore, il vento.

Tanti. Ogni vento ha un suo di sapore. Un sapore profondo e antico. Il sapore che incide suoi volti, accumula nelle gole, negli sguardi, negli orizzonti. Quello che intaglia sulle cortecce, che avvolge sulle nuvole, che poggia sui pendi, che istilla negli animi, profonde nel mare, rotola nelle valli. Quello con cui gioca sulle onde e plasma la battigia. Il sapore che porta via dai comignoli e ruba alle margherite e i papaveri. Il sapore del fuoco e della terra, della polvere e della salsedine, della pioggia e della siccità. Il sapore dei nostri pensieri che scova e vola via, lontano dove noi non sappiamo arrivare. Il sapore delle stelle e dell’arcobaleno, dei pulviscoli dei pollini, dei vapori dei treni. Il sapore del verso delle cicale e del cri cri dei grilli, del nitrito dei cavalli e del respiro dei vitelli. Il sapore delle parole che si sono perse e delle battaglie che, ognuno, ha abbandonato a sé.

Il sapore del sole che sorgerà e del tramonto che tornerà, della luna che cresce e di quella che se ne va.
Il sapore arso di ponente, asciutto di tramontana, avvolgente di grecale.

Ogni vento ha il suo sapore, sapore di una terra, di un cielo, dei tetti, dei rami, dei nidi, delle foglie che attraversa, degli orizzonti che infrange, dei percorsi che accompagna, delle zolle che asciuga, delle cime che abbraccia. Come la sua.

Il Guerriero e il vento.

Perché ogni Guerriero porta il sapore del suo Maestro. Un po’ è come lui l’ha voluto, come l’ha forgiato, come chiede che sia.

Il Maestro è il vento.

E’ lui che ha insegnato alle cime del Cipressino come piegarsi, come danzare, eteree, tumultuose, che onde seguire, che note portare, come flettersi, come inchinarsi, come ergersi. E’ il vento che ha detto al Cipressino quante volte, le sue fronde avrebbero dovuto vestire d’argento, quante volte il verde più cupo avrebbero dovuto indossare in battaglia, quante i virgulti più teneri esporre, quali le mosse, i suoni, i ritmi, avrebbe dovuto studiare per proteggere il campo.

E’ il vento che ha cantato a lungo per addomesticarne il manto.

Il Guerriero è un ulivo di confine. Posto a margine, a costeggiare un campo. Un ulivo di barriera, un frangivento, ma del vento è l’allievo più caro.

Così nasce questa storia e, così, si rinnova negli anni e nei frutti.

La storia del Cipressino e il vento, il Guerriero e il Maestro.

Vorremmo raccontarvela, ne siamo custodi, con ossequio la osserviamo e proteggiamo, siamo lì, ogni anno, ogni giorno a fare sì che scorra come è giusto che sia, ma le parole sono loro.

Sono parole da assaggiare. Ogni sorso le dipanerà. Ci troverete dentro la mia terra e i suoi venti, l’incontro delle cime con le tempeste e le bonacce. Ci sarà il Pollino e lo Jonio, l’aria di piana e di montagna, la salsedine del mare e il riverbero del sole, ci sarà tanto altro.

Basta ascoltare.

Alessandra Paolini

Agricola Doria
http://eccellentisapori.it/agricola-doria/

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